Ascolta le audio-descrizioni dei banner dal num. 13 al 17
Qui potete ascoltare le audio-descrizioni dei banner dal numero 13 al 17: 13 – MARGOTTI DIEGO 14 – PRETI DANTE 15 – CRICCA VANDO 16 – GAETTA GINO 17 – CARNEVALE DEI FIORI...
Francesco Balilla Pratella
Compositore e musicologo italiano.
1920, nasce lo Stato del Boysten’land. Alle ore 13 del primo giorno di quaresima, un Re detto “Pangiagleba” insieme a ministri, generali, sottosegretari, nobili e cortigiani, ne viola i dettami, partendo in visita alle colonie di Conselice e limitrofe. Non ci sono carri, ma un paio di calessi e l’orchestrina di 7-8 elementi che tiene banco. Si parte dalla Piazza proseguendo poi per le campagne attraverso San Patrizio e il Canale dei Molini. Durante il percorso si approfitta dell’ospitalità dei contadini che offrono dolciumi e buon vino per alleggerire gli animi inebriandoli di festa.
Negli anni ‘30 il teatro comunale diventa così teatro di scherzi, proclami e componimenti umoristici e la gente di Conselice è talmente coinvolta dal Carnevale che il Governo inizia a sospettare possa trattarsi di un focolaio di ribellione. Per questo invia Diomede, un funzionario incaricato di scovare i sotterfugi, che rientra a Roma divertito e stordito di vino celebrando Conselice e proclamandone a gran voce l’innocente voglia di fare festa. Il Grugnone diventa un punto di riferimento che stordisce ingenuamente le autorità grazie a una satira che non lascia tracce troppo pesanti.
Per qualche anno del Grugnone rimasero solo i ricordi. Dal ’50 infatti la manifestazione non ottenne più i permessi per la sua celebrazione, forse a causa della conclamata satira. Lo stop alle celebrazioni fu in realtà causato soprattutto dalla scomparsa improvvisa del compianto Buzzetti. Il colpo fu duro e inaccettabile ma nel 1957 con un comitato in parte ricostruito il Carnevale riprende vita e se ne parla alla bottega del barbiere Elvino Gardenghi, detto Luvet. La novità dei carri allegorici e delle maschere porta nuovo entusiasmo e cambierà per sempre il volto del Grugnone.
San Grugnone è ed è stato molto di più. Dal dopoguerra ai giorni nostri il filo conduttore è il legame indissolubile che unisce chi ne fa parte a dispetto di qualsiasi autorità religiosa o civile rendendo l’evento un appuntamento a cui non si deve proprio mancare. Carri allegorici, maschere in ogni dove, musica e allegria per un evento che segna un profondo coinvolgimento emotivo in tutta la gente di Conselice.
Un aneddoto dell’epoca racconta di un anno in cui il meteo fu decisamente inclemente con la cittadina di Conselice, dice Enrico Costa: “tirava una bufera di neve che spazzava via gli orchestrali. I tromboni si riempivano continuamente di neve ma la corte affogata nei suoi panni non rinunciò a fare visita alle sue Colonie”. Maltempo, politica, religione, non importa cosa o come: niente ha mai fermato e potrà fermare il Carnevale di San Grugnone!